Riflessioni, idee e prospettive sull’ECG dal seminario internazionale “It’s Global Education Time: sharing GCE research and practice”

Lo scorso ottobre, anche il team di GET Italia ha partecipato al seminario multi-attore “It’s Global Education Time: sharing GCE research and practice” a Sofia. Durante l’evento, assieme agli altri partner di progetto, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci sulle opportunità e le sfide dell’educazione alla cittadinanza globale (ECG) nelle politiche educative e nei curricoli scolastici europei con rappresentanti di istituzioni educative ed enti locali, istituti di ricerca, reti di organizzazioni della società civile.

Il seminario ha generato una grande ricchezza di contributi affrontando il tema da prospettive diverse: GENE, UNESCO America Latina, Bridge 47, Solidar e UNECE hanno stimolato la riflessione e il coinvolgimento in sala attraverso esperienze e riflessioni che abbiamo provato a raccogliere e sintetizzare, evidenziando alcuni aspetti significativi.

Trasformazione, sfide, ricerca e azione: quattro prospettive per affrontare l’ECG

Le riflessioni si sono articolate attorno a quattro assi principali: il significato trasformativo dell’educazione alla cittadinanza globale, le sfide legate alla sua implementazione, l’importanza della ricerca e le vie per l’azione. La necessità di una ECG critica, capace di affrontare le diverse direzioni di questo approccio, e inclusiva, in grado di non lasciare nessuno indietro, sono stati ribaditi a più riprese dagli speaker. Durante gli interventi, è emersa poi l’urgenza di agire ora per affermare il potenziale trasformativo dell’ECG e degli individui, intesi come catalizzatori del cambiamento grazie ad un senso di appartenenza che include l’attenzione alla biodiversità culturale e non si limita all’umano.
Per realizzare il suo potenziale, l’ECG deve però affrontare alcune sfide contestuali e strutturali.

  • Eredità coloniale e narrazioni: è fondamentale sfidare l‘eredità coloniale e sviluppare nuove narrazioni per includere i silenzi presenti nell’educazione come, per esempio, quelli delle culture indigene.
  • Impostazione scolastica tradizionale: il curriculum oggi non è più sufficiente e l’ECG richiede un cambiamento nella cultura scolastica, attraverso l’adozione di un approccio in grado di coinvolgere tutta la scuola ed estendersi alla società attraverso il coinvolgimento di attori diversi.
  • Ruolo del docente: è cruciale nell’adozione di un approccio ECG. L’insegnante, come facilitatore, deve guidare il processo di apprendimento e ricerca andando oltre la mera trasmissione di nozioni.
  • Integrazione tra educazione formale e non-formale: per massimizzare l’impatto dell’educazione formale e arricchire l’apprendimento, il collegamento con l’educazione non formale è indispensabile.

Misurazione, politiche e ricerca: la spina dorsale dell’ECG

Una parte dell’evento di Sofia è stata dedicata alla presentazione degli studi sull’ECG nelle politiche e nei curricoli scolastici realizzati negli otto paesi coinvolti dal nostro progetto (Bulgaria, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna).

Attraverso il confronto sul lavoro svolto dai team è emersa con urgenza l’importanza della ricerca e di politiche basate su dati concreti nel sostenere l’educazione alla cittadinanza globale nel lungo periodo. A questo riguardo, sono stati evidenziati alcuni aspetti imprescindibili come la necessità di dati, di monitoraggio e di mostrare progressi misurabili per l’adozione di politiche efficaci, così come la centralità della cittadinanza attiva, riconosciuta come driver per l’ECG anche a livello politico.

Il seminario multistakeholder di Sofia è stato un momento di confronto fondamentale che continuerà, nei prossimi mesi, attraverso la progettazione congiunta di azioni nei paesi di GET. Scopri sui nostri canali social le reazioni di chi ha partecipato e scarica gratuitamente lo studio condotto in Italia.
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