Oltre al CISP – Comitato Italiano per lo Sviluppo dei Popoli, capofila di progetto, GET in Italia vede la partecipazione di due partner territoriali: Associazione Luciano Lama ODV e OSVIC – Organismo Sardo di Volontariato Internazionale Cristiano. Abbiamo chiesto a ciascun partner di guidarci alla scoperta di GET Italia condividendo il proprio punto di vista sul progetto. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Cominciamo con Raffaella De Luca, Responsabile Progetti per l’Area Italia del CISP.
Raffaella, andiamo con ordine. Cos’è il CISP? Perché ha scelto di promuovere il progetto GET?
Siamo un’associazione che da oltre 40 anni si occupa di sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale in circa 30 paesi. In Italia promuoviamo programmi di educazione alla cittadinanza globale perché, confrontandoci con problemi complessi e connessi fra loro in diversi posti del mondo, abbiamo capito quanto sia importante impegnarci per spiegare come le situazioni di svantaggio in cui operiamo derivano da modelli di sviluppo e di opinione che sono ormai insostenibili per le nostre società. Il progetto GET è nato proprio dalla volontà di riconoscere alle giovani generazioni il diritto di comprendere le sfide che dovranno affrontare in un contesto globale complesso come il nostro. Con GET vogliamo promuovere un’educazione capace di fornire le conoscenze per orientarsi e partecipare alla costruzione di un futuro sostenibile e pacifico. Pensiamo che questo sforzo educativo collettivo debba includere il sostegno agli insegnanti e il dialogo con le istituzioni.
Qual è il tuo ruolo in GET? In quale territorio stai portando avanti le attività di progetto? Con chi ti confronti?
Curo le principali attività di GET nel Lazio e in Calabria, coordinandomi con i partner italiani che operano in Sardegna e Sicilia. Gli educatori che partecipano ai training e hanno bisogno di risorse didattiche, le scuole che vogliono qualificarsi come sostenibili e globali, gli studenti che vogliono diventare cittadini attivi sono le persone per cui lavoro.
C’è un risultato, in particolare, che vorresti raggiungere con GET, a livello di organizzazione e di progetto?
Con GET vorremmo consolidare i rapporti con le e i giovani attivisti, sostenerli perché diventino interlocutori sempre più competenti e forti nel rapporto con i pari, con le formazioni sociali e con le istituzioni. Vogliamo offrire a tutti i giovani l’opportunità di esprimere il diritto di vivere in una società globale in cui i rapporti economici e sociali e il contesto ambientale siano sostenibili.
Licia Salvaggio ricopre il ruolo di Responsabile amministrativa e referente per il progetto GET per l’Associazione Luciano Lama ODV, con sede a Enna. Impegnata dal 1998 in progetti di solidarietà sociale, l’associazione interviene in diversi ambiti, in Italia e all’estero, occupandosi di assistenza sociale, beneficenza, cooperazione allo sviluppo, iniziative a sostegno di persone in condizioni di vulnerabilità.
Perché Associazione Luciano Lama ha deciso di partecipare a GET?
L’organizzazione di cui faccio parte promuove i principi della solidarietà, della giustizia sociale, della sostenibilità e del rispetto per la diversità. Partecipare ad un progetto sull’Educazione alla Cittadinanza Globale ci permette di diffondere questi valori, sensibilizzando un pubblico più ampio attraverso l’incoraggiamento di un lavoro di rete con altre organizzazioni presenti nel territorio.
Quali attività porterete avanti nell’ambito di GET? In quale territorio?
Attività di sensibilizzazione sulle tematiche trattate (workshop; seminari; eventi culturali): gruppi di discussione che prevedano il coinvolgimento delle associazioni giovanili. Lavoriamo nella città di Enna, e speriamo che diventi, in Sicilia, luogo di riferimento in cui giovani e adulti potranno confrontarsi per crescere e costruire un futuro più giusto e sostenibile.
Licia, cosa ti aspetti dal progetto GET? Quale messaggio vorreste lanciare con la vostra partecipazione?
Mi aspetto una maggiore comprensione da parte di adulti e giovani sull’interconnessione tra azioni individuali e dinamiche globali. Ciò significa fornire strumenti critici per riflettere sulle tematiche ECG; diventare attori del cambiamento attraverso azioni concrete; favorire l’apertura mentale, attraverso un pensiero critico volto a formare cittadini consapevoli e responsabili. Attraverso la nostra partecipazione vorremmo sensibilizzare i giovani all’educazione alla cittadinanza globale. Oggi, ci sembra più che mai necessario, in quanto la nostra società ha bisogno di cittadini attivi e responsabili per creare un mondo migliore e sostenibile.
L’OSVIC – Organismo Sardo di Volontariato Internazionale Cristiano è un’organizzazione non governativa nata nel 1981 ad Oristano, da sempre impegnata nella cooperazione allo sviluppo. Paola Gaidano, responsabile per OSVIC del progetto GET, ha risposto così alle nostre domande.
Paola, cosa ti aspetti dal progetto GET?
Che sia una preziosa opportunità di apprendimento, confronto e sperimentazione e che queste tre dimensioni permettano da un lato alla nostra ONG di portare in Sardegna un respiro internazionale denso di stimoli, strumenti e competenze rispetto all’educazione alla cittadinanza globale (ECG); dall’altro di esprimere la voce di un territorio in termini di grandi temi globali e risorse educative, all’interno di una prestigiosa e preziosa cornice di partenariato europeo.
Quali attività porterà avanti OSVIC, nell’ambito di GET, in Sardegna?
Lavoreremo sulle unità di apprendimento, sulla realizzazione di percorsi di formazione per docenti e sul loro accompagnamento nella sperimentazione delle risorse in classe. E poi lavoreremo, assieme a tutti i partner, anche sulla campagna di comunicazione internazionale, sull’attivazione giovanile e tutte le altre attività del partenariato.
Raccontaci un risultato, in particolare, che vorresti raggiungere con GET, a livello di organizzazione e di progetto.
Promuovere nella comunità, a partire dalla scuola, una lettura della realtà complessa, priva di semplificazioni superficiali o di approcci etnocentrici, che legittimi l’Istituzione scolastica nel suo ruolo di presidio di cultura e di cittadinanza. Una “scuola fuori dalla scuola” dove le nuove generazioni apprendano strumenti per essere cittadini del mondo e della Sardegna.
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